HO VISSUTO UNA VITA ARTISTICA MOLTO INTENSA

I 30 ANNI PIU' IMPORTANTI DELLA MIA VITA DA PITTORE

Fin da ragazzo cerchi di scoprire i segreti della pittura. Certi quadri di alcuni particolari pittori, ti piacciono e quello che rappresentano ti colpiscono per la realtà delle figure, degli oggetti e dei paesaggi. E' una pittura che rispecchia la realtà, cose vere che vedi attorno. Rimani talmente colpito che ti sembra impossibile che un pittore riesca a dipingere con tanta bravura le cose e le persone che lo circondano. A scuola la materia che ti piace maggiormente è il disegno. A dodici anni ti cimenti con i colori a olio e naturalmente ti trovi in un mare di difficoltà per la tecnica. Provi e riprovi a mescolare i colori: nella stesura di un azzurro fai un cielo, con il marrone ed il giallo completi un tentativo di paesaggio usando anche il nero per ottenere un effetto più contrastante (in seguito ti accorgi però che per un colorista la cosa è devastante).

Subito rimani colpito dall'effetto coloristico che hai ottenuto, ma poi ti rendi conto che è tutto diverso dalle cose vere che vedi in natura. I miei erano colori crudi, inverosimili. Una mescolanza senza senso pittorico, non c'era fusione nelle tonalità, i colori erano stridenti, mancava l'armonia pittorica.

Gli anni passano e continui a dipingere, continui la ricerca e la tua sperimentazione. Con determinazione e pazienza riesci gradualmente ad ottenere qualche risultato.

Con il continuo esercizio, dopo aver rifiutato e cancellato il colore in diverse piccole tele, riesci finalmente ad ottenere un risultato che soddisfa un pochino, ma ti rendi conto che sei ancora molto lontano dall'ottenere una buona pittura. A l'età di 15 anni ho avuto la fortuna di conoscere un pittore e bravo maestro: Bruno Zoni. E' stato il mio punto di riferimento, colui che mi ha convinto a continuare a dipingere poichè, a suo giudizio, vedeva in me un ragazzo capace e dotato. L'insegnamento che ho avuto da alcuni professori all'Istituto d'Arte di Parma mi è servito a poco. Nessuno mi ha mai insegnato ad usare i colori, tutto quello che sono riuscito ad ottenere l'ho raggiunto a mie proprie spese sperimentando e studiando per anni i segreti dei grandi pittori del rinascimento: Giorgione, Tiziano, Bellini, il grande Raffaello... E' stato per merito della mia grande volontà e della mia dedizione, ma soprattutto della mia grande passione per la pittura.

A Parma nel 1968 ho allestito la mia prima mostra personale. Per anni ho continuato a dipingere e ad esprimermi sempre rimanendo fedele alla mia natura e seguendo gli insegnamenti del mio maestro. Non ho mai seguito filoni o pittori alla moda. Negli anni non mi sono molto esposto al pubblico, ho partecipato ad alcune collettive, ma ho fatto poche mostre personali. Considero abbastanza soddisfacenti, sotto il profilo dei risultati, gli ultimi 30 anni di lavoro in cui ho attraversato tre periodi (di stile) con coerenza, con onestà e con il mio sentire autentico. Per me è stato necessario, negli anni, evolvermi. Non può un pittore fermarsi, anche se si è arricchito di esperienza e di tecnica, al risultato facile e al quadretto piacevole per il pubblico.

Dentro di te c'è sempre una rivoluzione di sentimenti, di vedere e di sentire le cose in un continuo cambiamento. E così infatti accadrà per tutti gli anni della mia vita di pittore.

Il realismo e il figurativo li superi perchè capisci che diventano monotoni: la tua capacità pittoric, il tuo viruosismo tecnico nel disegno e nell'uso dei colori non ti appagano più. La realtà che vedi nella figura, nel paesaggio e negli oggetti, li metti da parte. Fra te e la realtà metti un filtro, diventa visione emotiva per essere interpretazione; sconvolgimento della forma e del colore, esci dagli schemi e dai canoni classici per trovarti verso l'informale, l'astratto, il surrealismo. Osservare la tua opera con occhi diversi, è una nuova emozione. La nuova visione delle cose fa lavorare la tua fantasia e sei più coinvolto. Negli ultimi anni della maturità capisci che questo cambiamento nasce in te dalla tua ricerca continua, dal tuo evolversi di pittore, nel saper vedere le cose con un altro occhio, nello scoprire nuovo interesse in cose semplici che vedi: in un muro macchiato, in un gruppo di persone con vesti colorate, in un mercatino, nell'effetto della luce del sole in un paesaggio mattutino, o del tramonto, o della sera con le stelle splendenti nel blu intenso. Sono le stesse cose che vedevi un tempo, ma suscitano in te un nuovo interesse, una carica nuova per continuare a dipingere con entusiasmo.

Alla morte del pittore, salvo qualche caso eccezionale, tutto finisce: egli sarà dimenticato assieme ai suoi quadri. Che fine faranno le opere che con tanta passione ed impegno egli ha creato? Me lo chiedo spesso. La cosa mi interessa fino ad un certo punto. Ho vissuto una vita artistica intensa e ricca, sono stato un privilegiato e molto fortunato.

Sono convinto che l'amore per un credo è il nucleo centrale della vita.

Lucio Brugliera


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