federico belicchi...un amico...

03.02.2025

L'amico di pittura..Federico è sempre stato a casa mia. Non ho mai capito perchè mia madre non lo ha mai cacciato di casa. E veniva in vacanza con noi, e veniva in villeggiatura a Villanova in estate ...e che p...!!! Con mio padre è cresciuto. Sono stati insieme in collegio. Sono stati insieme all'Istituto Toschi al corso di decorazione. Sono stati insieme a Parigi nel 1968.. Sono stati insieme a Venezia. Beh era come se fosse l'amante di mio padre.. Me lo ricordo con la mela in bocca, magro da far schifo, alternativo e sopratutto BRUTTO ma talmente brutto che mi chiedevo con i miei occhi di bambina, come avesse potuto avere una ragazza messicana bellissima. Forse ha sempre influenzato negativamente mio padre. Di questo nè sono sicura. E la beffa del destino ha fatto sì che morisse un mese prima di lui. Quando gliel'ho detto, in ospedale, non poteva parlare, mi ha solo fatto due occhi sbarrati e un piccolo "mescolino" con le labbra,....era una persona che non meritava niente, di questo sono sicura. Eppure dipingevano insieme nella soffitta di Villanova, con Chaikowsky o Beethoven di sottofondo. C'era un'intesa profonda fra loro. Federico lavorava a matita o con la biro, prevalentemente faceva ritratti a poco prezzo per sbarcare il lunario. Eppure da giovane aveva grosse possibilità di riuscire. Era molto bravo. Poi ha perso la mano. Aveva frequentato Brera, l'Accademia, il sogno di ogni ragazzo del Toschi di quel tempo. Ci volevano soldi e soprattutto talento. Non so bene la sua storia, so che non aveva famiglia, solo una zia che si interessava di lui. Aveva uno studio in una palazzina naif in via Borghesi, all'ultimo piano. Non si arrivava più. Ci sono stata con papà una volta. Mi ricordo abbiamo fatto delle foto in bianco e nero, forse nel 1970, ero piccola con i codini alla Pippi Calzelunghe, Papà mi veniva a prendere qualche sera. Ho scoperto che i miei genitori vivevano separati. E Federico secondo me ha fatto la sua parte. Lui era per la libertà, per l'uomo senza legami, per il pittore da marciapiede di Montmartre. Che bastardo. Un approfittatore. Alla fine sono stati tanti anni senza vedersi, senza frequentarsi, hanno litigato. Forse a mio padre è dispiaciuto, forse a lui no. Non lo saprò mai. So che raccontava degli americani, di Parigi, del mangiare sano, dell'andare a piedi. Penso che alla fine si siano riappacificati, lassù dove la luce che hanno sempre cercato nei loro quadri c'è davvero.

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